Una vita per il fumetto: intervista a Stefano Martino

Il fumetto Stranger Things disegnato da Martino

- Stefano Martino è un fumettista genovese nato nel 1970 che vive in Spagna, ha lavorato per Sergio Bonelli, Edizione Star Comics, IDW Publishing, Dark Horse, DC comics, Glènat; tra le opere recenti a cui ha lavorato troviamo il fumetto di Stranger Things e la nuova serie Cronache di Atlantide

In questa intervista gli abbiamo fatto domande sulla sua carriera, sui diversi mercati in cui ha lavorato e sulla sua passione per questo medium.

Avendo lavorato per il mercato italiano, francese e americano quali differenze hai trovato?
Ci sono differenze strutturali e di linguaggio: nel mercato americano si è una ruota di un ingranaggio, tutto va rapido e bisogna rispettare sempre le date di consegna, in Francia e in Italia è tutto più rilassato (ma se si vuole vivere di questo lavoro, è bene comunque tenere un buon ritmo); siccome in America bisogna fare minimo 22 pagine al mese, è anche ovvio che entrano più soldi.
Da un punto di vista stilistico, gli americani sono propensi a non sviluppare troppo gli sfondi mentre in Europa gli sfondi sono importanti (io dico sempre che sono un "personaggio in più"), poi c'è una tendenza a esasperare l'azione mentre in Europa esistono modi di raccontare forse meno spettacolari ma più intimi.

Stefano Martino
C'è stato un autore che ti ha ispirato per il tuo stile?

C'è stato più di un autore, per citarne qualcuno: John Buscema, Moebius, Carlos Pacheco, Alex Raymond, Frank Frazetta.

Come hai capito di voler diventare un fumettista?
Ho sempre voluto fare il fumettista, ad un certo punto ho perso il sogno per strada a causa di persone che dicevano che era impossibile, ma poi mi sono reso conto che non potevo fare altro.

C'è un lavoro che ti porterai sempre nel cuore?
Tra i vari lavori che ho fatto mi porto nel cuore il primo Nosferatu, Soleil ovvero il mio primo lavoro per la Francia, e i quattro numeri di Alan Dracon, un personaggio che ho creato nel '96 di cui non sono riuscito a raccontare la storia per intero e mi spiace perché quello che ho fatto piacque alle poche persone che lo lessero in USA, Italia e Spagna.

C'è un fumetto che rimpiangi di aver fatto?
Rimpiango di aver realizzato un Legs Weaver perché lo feci con una fretta bestiale, tirando giù pagine senza vergogna.

Ai ragazzi che vogliono intraprendere questa carriera cosa consiglieresti?
Ai ragazzi consiglio di studiare anatomia, prospettiva e narrazione, di studiare tantissimo e capire che è una corsa di resistenza, non uno sprint. Gli consiglio di trovare uno stile personale perché è importantissimo, tanto che uno stile personale, anche brutto, a volte è più importante di tutto il resto.

Rispetto al mercato francese e americano diresti che quello italiano è più avanti o più indietro?
Il problema in Italia è che manca il rispetto per l'arte o gli artisti, i quali vengono trattati sempre come l'ultima ruota del carro o come morti di fame, da lì in avanti...

Ai ragazzi consiglieresti di pubblicare fumetti nel mercato giapponese?
Sì, però devono essere capaci di reggere i ritmi esasperanti della produzione giapponese, in caso contrario consiglio di pubblicare in Francia perché vengono pubblicati manga europei che possono essere una alternativa interessante.

C'è una casa editrice con cui ti sei trovato male a lavorare?
Solo con quelle che non pagano, di solito riesco a evitare i truffatori, ma a volte capita eh!, scherzi a parte non è tanto la casa editrice il problema quanto l'editor con cui si ha a che fare, a volte il team di lavoro non quadra e si soffre molto.

Qual è la parte più difficile quando si fa un fumetto?
Nel caso si sia autori completi è trovare una buona idea, nel caso in cui siate solo una parte del team è difficile trovare armonia col resto del gruppo.

L'ultimo volume del disegnatore,                       
di cui si può leggere un estratto                        
C'è un videogioco o un'opera cinematografica di cui ti piacerebbe realizzare un fumetto?
Onestamente no, ritengo che il cinema e il videogioco siano dei medium a se stanti, anche se capisco il successo di lavori transmedia, come mi è successo per Stranger Things, preferisco però lavori originali.
So che molti cominciano a fare i fumettisti pensando che poi possano tirare fuori un film, una serie o un videogioco ma credo si perdano parti importanti del medium fumetto, costretto a canoni che gli stanno stretti e non suoi.

C'è un personaggio dei fumetti di cui vorresti fare un fumetto?
Mi piacerebbe fare un fumetto di Doc Savage, purtroppo la ditta che detiene i diritti paga veramente una miseria per pagina.

Avendo lavorato con la DC comics, ti piacerebbe lavorare anche con la Marvel?
Vorrei lavorare per la Marvel... degli anni 70, la Marvel di oggi non mi attira minimamente, però Daredevil è un personaggio che mi piacerebbe comunque disegnare.

Qual è un personaggio dei fumetti che adoravi da ragazzo?
Da ragazzo mi piacevano diversi personaggi, ho divorato Mandrake e Flash Gordon, poi sono passato ai supereroi con Spider-man di John Romita Senior e Daredevil di Gene Colan.

Il fumetto può essere considerato letteratura?
Credo che il fumetto abbia la stessa dignità e importanza della letteratura, ma il fumetto è il fumetto e la letteratura la letteratura, qualcuno chiederebbe mai se il cinema si può considerare letteratura? 
Diciamo che il fumetto è CULTURA tanto quanto la letteratura.

Per saperne di più sull'autore e sui lavori pubblicati, potete dare un'occhiata a questa pagina con una rassegna di titoli.

Jacopo Russo

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