Il nero è (solo) un colore?

Illustrazione di presentazione della mostra "Sociocromie"

- Dopo aver osservato durante la visita al Museo della Scienza la mostra Sociocromie (vedi articolo) sono rimasta stupita dal fatto che il colore nero fosse ripetuto per ben sei volte, allora ho deciso di analizzare questo colore, per confrontare come nel corso degli anni questo colore venga associato diversamente alle cose, a volte in modo positivo, a volte anche in modo negativo.

MANO NERA 1911
Mano nera è il nome e il simbolo che identifica varie associazioni segrete, con finalità politiche o di carattere delinquenziale. Il termine prese piede nei primi anni del Novecento e deriva dall'abitudine degli estorsori di inviare alle loro vittime lettere minatorie contrassegnate dall'emblema di un teschio e tibie incrociate, o da una mano nera, accompagnate da minacce di morte.
Nei primi decenni del Novecento in Serbia si costituì una nuova società segreta sotto il motto "Ujedinjenje ili smrt" - letteralmente "Unità o morte" - formata in prevalenza da militari, che svolse una intensa attività al fine di unire sotto lo stesso Stato tutti i territori con la presenza di popolazioni serbe (ovvero la Bosnia ed Erzegovina, annessa dall'Austria-Ungheria nell'ottobre 1908) ed ebbe inoltre parte importante durante le guerre balcaniche.
L'organizzazione Mano Nera fu responsabile dell'attentato di Sarajevo in cui, per mano di Gavrilo Princip, il 28 giugno del 1914 vennero uccisi l'Arciduca d'Austria Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia, divenendo l'evento scatenante della prima guerra mondiale; nel dicembre 1917 i capi della Mano Nera furono condannati a morte.
L'espressione fu inoltre utilizzata per indicare le società della malavita che in Sicilia e nelle comunità italiane di New York e di altre città degli Stati Uniti d'America, svilupparono a partire dal 1904 una clamorosa attività criminale; per combattere e contrastare questa associazione a carattere delinquenziale gli italiani d'America costituirono un associazione chiamata Mano Bianca, che appoggiò la polizia federale nell'opera di repressione.


BLACK FRIDAY 1924
Letteralmente "venerdì nero", indica il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti d'America, che si celebra il quarto giovedì di novembre e dal 1952 viene considerato l'inizio della stagione dello shopping natalizio.
Secondo alcuni l'espressione black friday sarebbe nata a Filadelfia e deriverebbe dal pesante e congestionato traffico stradale che si sviluppa per l'occasione in quel giorno, anche se l'origine esatta del termine rimane incerta. Infatti secondo altri farebbe riferimento alle annotazioni sui libri contabili dei commercianti che tradizionalmente passavano dal colore rosso, indicatore delle perdite, al colore nero, relativo al guadagni. Da quel giorno dunque inizierebbe il periodo dell'anno più proficuo per i rivenditori, capace di portare in nero, quindi in attivo, i conti delle aziende commerciali.
Il primo black friday risale al 1924 quando la catena di distribuzione Macys organizzò a New York una parata il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento per celebrare l'inizio degli acquisti natalizi. Da quel momento l'usanza si è ripetuta e diffusa coinvolgendo sempre più attività commerciali, fino ad arrivare agli anni '80 quando il black friday è diventato una consuetudine anche in altri Paesi. Oggi il fenomeno si è esteso a livello mondiale coinvolgendo anche le promozioni in internet.

MARTEDÌ NERO 1929
Con l'espressione martedì nero si fa riferimento al giorno del crollo della borsa valori verificatosi il 29 ottobre del 1929 a New York, presso lo Stock Exchange, sede del mercato finanziario più importante per volume degli Stati Uniti d'America.
La crisi cominciò qualche giorno prima, 24 ottobre, passato alla storia come giovedì nero. Fu dunque una settimana di scossoni in Borsa, fino a Big Crash, come è stato ribattezzato il tracollo del martedì: Il prezzo delle azioni di numerose imprese di grandi dimensioni, precipitò e cosi quella mattina la borsa di New York entro nel panico più totale. Più di 16 milioni di azioni furono tempestate da ordini di vendite selvagge che nell'arco di mezza giornata bruciarono 14 miliardi di dollari. Il contagio si diffuse ben presto nelle altre Borse di tutto il Paese, come quelle di Chicago e San Francisco, comportando una diminuzione del Dow Jones del 12% e gran parte delle azioni delle più grandi società persero fino al 50% del loro valore. Per le strade di New York si consumarono tragedie indicibili, con le persone in preda a uno stato di follia collettiva e un certo numero di investitori che si tolsero la vita, vittime della disperazione per le ingenti perdite subite.
Un evento drammatico che aprì una gravissima crisi economico-finanziaria conosciuta anche come la "Grande depressione".

BLACK PANTHERS 1966
L'organizzazione delle Black panthers fu fondata ufficialmente a Oakland in California nel 1966, per iniziativa di Huey P. Newton e Bobby Seale. L'obiettivo dei due era di sviluppare ulteriormente il movimento di liberazione degli afroamericani fino ad allora pesantemente discriminati, socialmente, politicamente e legislativamente.
In occasione dei giochi olimpici di città del Messico nel 1968 vi fu grande risalto per l'organizzazione quando i due velocisti di colore Tommie Smith e John Carlos, con pugni chiusi e mano guantata di nero - divenuta il simbolo della lotta delle Black panthers - ricevettero le loro medaglie restando immobili sul podio dei vincitori.
Si trattò di un evento spartiacque nel movimento per i diritti civili: dopo un fallito tentativo di boicottaggio delle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 da parte degli atleti di colore, Tommie Smith e Jhon Carlos riuscirono a vincere l'oro e il bronzo nei 200 metri nell'evento di atletica leggera. La loro proclamazione fu considerata uno scandalo e i due furono accusati di non aver rispettato la bandiera americana e i giochi olimpici: vennero ritirati dalla staffetta e banditi dal villaggio olimpico. Nonostante la violenta reazione che attese i due atleti al ritorno in patria, la loro leggenda crebbe e divennero ambasciatori dell'uguaglianza degli atleti di colore negli Stati Uniti d’America.

ORO NERO 1973
Oro nero è l'espressione per indicare il petrolio, un liquido viscoso e infiammabile dal colore che varia dal nero al marrone scuro, passando dal verdognolo fino all'arancione. In seguito alla crisi energetica del 1973 si ebbe un brusco aumento del suo prezzo: durante il giorno dello Yom Kippur, l'esercito egiziano e quello siriano attaccarono Israele che si trovò in grave difficoltà durante i primi giorni della guerra, mentre successivamente risultò vincente su entrambi i fronti, tanto da minacciare Il Cairo. La guerra finì dopo una ventina di giorni con l'annuncio di cessare il fuoco tra le due parti e prese il nome dalla festa ebraica di espiazione: Guerra del Kippur.
Parallelamente all'inizio degli scontri, Egitto e Siria, sostenuti dagli altri Paesi Arabi appartenenti all'OPEC - organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, raddoppiarono il prezzo di vendita del petrolio a livello mondiale e diminuirono del 25% le esportazioni fino al gennaio del 1975, in aperto contrasto con la NATO e gli Stati Uniti d'America, storici alleati di Israele.
Così il prezzo del petrolio aumentò del 400% e questo causò la crisi energetica del '73 che ebbe effetti persino in Italia, dove furono emanate delle disposizioni volte al contenimento del consumo energetico, note come Austerity, vietando la circolazione nei giorni festivi dei mezzi privati.

BLACK BLOC 2001
Black bloc è un movimento che affonda le proprie radici negli anni '80 e indica l'espressione con cui la polizia identificava gruppi di individui dediti ad azioni di protesta spesso violenta e caratterizzata da atti vandalici, devastazioni, disordini e scontri con le forze dell'ordine.
Il richiamo al colore nero era dovuto alla tipologia di abbigliamento, in quanto i manifestanti indossavano abiti scuri e passamontagna con occhiali da sole per celare la propria identità.
Oltre che per mantenere l'anonimato, l'abbigliamento dei Black bloc ha anche una ragione strategica: apparire come una compatta massa di uomini sembrando cosi più numerosi e agevolare l'aggregazione di altri manifestanti. Dalla Germania, i Black Bloc hanno fatto poi la loro comparsa tra gli anni '80 e '90 negli Stati Uniti d'America nelle tante manifestazioni di protesta del periodo contro la prima guerra del Golfo; dopo alcuni anni di silenzio sono ritornati sulle scene prima a Praga e poi a Seattle nel 1999.
In Italia i Black bloc fanno la loro prima comparsa nel 2001 a Genova, durante gli scontri durati giorni in occasione del G8 che provocarono, oltre alla morte di un manifestante, centinaia di feriti e arresti oltre a indenti danni alla città. Da quel momento, sono diventate molto frequenti le incursioni dei Black bloc in cortei e manifestazioni di tutto il mondo.

Queste erano le diverse sfumature di nero che abbiamo trovato nella mostra di Giulio Ceppi al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Sicuramente il nero può essere associato a moltissime altre cose, ma volevo focalizzarmi soprattutto su due, che nella mostra non abbiamo trovato, ma che nella storia acquistano un valore importante.

IL NERO E IL FASCISMO

Camicia nera
"Camicia nera" era il grado più basso della Milizia Volontaria per la sicurezza nazionale . Il grado superiore era camicia nera scelta.
Nel 1944, a seguito della proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, il Partito Fascista Repubblicano (P.F.R.) si trasformò in organismo di tipo militare costituendo il Corpo Ausiliario delle Squadre d'Azione delle Camicie Nere (D. Lgs. n. 446/1944-XXII della R.S.I.), organizzato su base provinciale nelle Brigate Nere, identificando formalmente i suoi iscritti con il termine "camicie nere".
Sia in passato che al giorno d'oggi, con camicia nera si intende generalmente un appartenente all'organizzazione paramilitare dei membri iscritti al Partito Nazionale Fascista, la cui divisa era per l'appunto una camicia di colore nero.
L'accostamento tra il fascismo e la camicia nera fu tale che non di rado quest'espressione è utilizzata, metonimicamente, per alludere a persone che evocano il ventennio e aderiscono a quest'ideologia, analogamente a quanto avviene con l'orbace.

Faccetta nera

Faccetta nera è una canzone scritta da Renato Micheli e musicata da Mario Ruccione nell'aprile del 1935.
Essa è stata composta in occasione della grande diffusione di notizie da parte della propaganda fascista relative all'Etiopia e, in particolare, della schiavitù su parte della popolazione abissina. Tali notizie servirono in parte a giustificare la conquista dell'Etiopia.
Il poeta romano Renato Micheli, in seguito alla lettura di tali notizie, scrive una composizione in romanesco con l'intenzione di presentarla al Festival della canzone romana del 1935. Intento della canzone era quello di decantare il colonialismo italiano nell'Africa orientale, esaltando la missione "civilizzatrice" di Roma attraverso il riferimento alla pratica del madamato, con cui le donne etiopi in realtà venivano ridotte in schiavitù dai militari italiani e abusate sessualmente.

Chiara Jat

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