Kingdom Come Deliverance II, un videogioco storico fatto davvero bene
L'est Europa su molti aspetti è indietro rispetto agli altri stati nel mondo e il mondo videoludico non fa eccezione, esistono però degli studi che sono diventati famosissimi.
Tra i vari studi troviamo CD Projet Red, studio polacco autore della serie di The Witcher e Cyberpunk 2077, GSC Game World, studio ucraino autore di S.T.A.L.K.E.R., e Warhorse Studio autore di Kingdom Come Deliverance II.
Kingdom Come Deliverance II è il seguito di Kingdom Come Deliverance del 2018, è un gioco di ruolo d'azione, open world, uscito il quattro febbraio di quest'anno su PS5, Xbox Series X/S e PC.
Il gioco è ambientato nel vecchio regno di Boemia, ovvero l'attuale Repubblica Ceca, durante il 1403 d.C., e ci troviamo a vestire i panni di Henry, un fabbro la cui vita fu stravolta nel gioco precedente dopo che un esercito distrusse la sua città e uccise i suoi genitori.
La partita inizia con noi che scortiamo Sir Hans Capon, nobile di Pirkstein e amico di Henry, a recapitare un messaggio di alleanza a re Sigismondo di Lussemburgo, il quale ha scatenato una guerra civile con suo fratellastro Venceslao IV per il trono, però verremo subito privati di ogni nostro bene dai banditi.
Se vi chiedete se serve aver giocato il primo capitolo per poter giocare questo, la risposta è no perché all'inizio del gioco Henry verrà ferito dai banditi e avrà delle allucinazioni sugli eventi del primo gioco.
Come detto prima questo è un gioco di ruolo quindi ogni nostra scelta avrà delle conseguenze perché il mondo di gioco si adatterà ad esse così come la trama; avremo molte opzioni per affrontare le situazioni, dall'uso della diplomazia all'inganno e all'uso delle armi.
Ciò che lo differenzia da molti giochi di ruolo di stampo medievale è la scelta di tralasciare il fantasy e concentrarsi sul realismo.
Attraverso missioni principali e secondarie, intrighi politici e battaglie campali, il videogioco offre un'esperienza narrativa profonda, mettendo il giocatore di fronte a dilemmi morali e scelte con conseguenze reali, in un'epoca segnata dal caos e dalla lotta per il potere.
Ad aumentare il realismo ci pensa l'esperienza in prima persona con un gameplay basato sulle tecniche della scherma storica e sulla necessità di gestire fame, fatica, igiene ed equipaggiamento.
Per poter realizzare un mondo di gioco che possa essere coinvolgente riuscendo però a mantenere un'accuratezza storica, gli sviluppatori hanno collaborato con storici, università e musei.
Il mio consiglio è di dare un chance al gioco perché riesce ad intrattenere e perché questo livello di accuratezza storica non si era ancora visto in altre opere moderne.
Jacopo Russo
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