Autogestione: il documentario sul G8
Qualche giorno fa, il 27 marzo, la sede Battistine del Klee-Barabino ha organizzato una giornata di autogestione, ovvero una gestione autonoma delle attività didattiche durante l'orario di lezione.
Nelle ore scolastiche si sono trattati diversi temi: c'è stato un incontro sull'educazione sessuale, proiezioni di film, un incontro sulla storia della Palestina, un corso sul giornalismo, un incontro con CALP sul traffico di armi in porto ed infine, il mio preferito, ovvero la visione del documentario ''Black Block'' e un dibattito sul G8 con Carlo Bachschmidt, di cui parleremo in questo articolo.
Il G8 di Genova si è tenuto dal 20 al 22 luglio 2001 e rappresenta uno degli eventi più controversi della storia degli ultimi anni a livello internazionale. Genova è stata scelta come sede del G8, il gruppo che raffigura le principali potenze economiche mondiali, nel 2001 Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Canada e Russia. Genova fu segnata da enormi manifestazioni contro la globalizzazione, che coinvolsero centinaia di migliaia di attivisti, organizzazioni non governative, sindacati (organizzazioni di lavoratori o datori di lavoro) e gruppi di protesta di vario tipo, come i ''Black Block'', ovvero manifestanti aggressivi che indossavano abiti neri, passamontagna, caschi o occhiali da sole, che nascondevano e proteggevano il viso da eventuali scontri con la polizia.
Piazza Portello. Dal reportage ''Se vi spostate leggermente stiamo tutti più comodi'' di Cristiano Palozzi e Antonella Sica |
Le proteste furono alimentate dal dissenso sulle politiche economiche e sociali promosse dai paesi del G8, accusati di favorire le grandi multinazionali a discapito dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente. La tensione tra i manifestanti e le forze dell'ordine aumentò drasticamente e, nelle giornate, si verificarono scontri di estrema violenza. I media internazionali furono concentrati sulle immagini di manifestanti che venivano respinti con la forza dalla polizia, ma anche sulla brutale repressione degli scontri.
Durante il documentario si parla anche del blitz da parte della polizia nella scuola Diaz, avvenuto la sera del 21, proprio il giorno dopo della morte di Carlo Giuliani, un giovane manifestante di 23 anni, ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere all'interno della sua camionetta durante gli scontri nei pressi di una barriera della polizia.
La scuola (la Diaz) quella sera ospitava per la notte molti dei manifestanti, tra cui Michael Gieser, Niels Martensen, Mina Zapatero, Ulrich Reichel, Daniel McQuillan, Chabi Nogueras e Lena Zuhlke, ovvero i narratori dell'evento, che durante il raid delle forze dell'ordine vennero pestati a sangue, tra manganellate, calci, pugni e non solo, insieme a praticamente tutti gli altri manifestanti; circa 90 erano state le vittime dell'abuso di potere dalla pubblica sicurezza.
Assassinio di Carlo Giuliani |
Solo poi tre anni dopo, gli agenti (alcuni addirittura promossi) vennero condannati per gli episodi di ferocia verso i manifestanti.
A livello internazionale, l'evento ha evidenziato le crescenti divisioni tra la politica globale e i movimenti di protesta, con un aumento della consapevolezza riguardo alle problematiche della globalizzazione e alle ingiustizie economiche. Questi eventi hanno contribuito a far crescere il movimento no-global (movimento anti-globalizzazione), che sarebbe stato protagonista in altre manifestazioni in tutto il mondo nei mesi e negli anni successivi.
Il G8 di Genova resta uno degli eventi più discussi, un simbolo di come le proteste contro la globalizzazione possano sfociare in violenze, ma anche di come le forze di polizia possano abusare del loro potere in un contesto di alta tensione.
Consiglio a tutti di vedere il documentario di Bachschmidt, così da aprire gli occhi alla nostra generazione che non ha vissuto direttamente questa esperienza che ha segnato per sempre la nostra città.
Martin Palozzi
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