Il colore del melograno
Il colore del melograno è un film prodotto nel 1969 da Sergej Iosifovič Paradžanov, regista armeno. Considerato come il suo capolavoro per eccellenza, il film racconta le vicende di Sayat Nova, poeta armeno del XVIII secolo, e lo fa suddividendo la sua vita in otto capitoli: Infanzia, Giovinezza, La corte del principe, Il monastero, Il sogno, Anzianità, L'angelo della morte e Morte. Ognuna di queste introdotta da versi di Sayat.
A causa della censura sovietica, tutti i riferimenti a Sayat-Nova furono alterati. Da questo atto derivò un cambio del titolo (da Sayat-Nova a Il colore del melograno) e l'eliminazione di qualsiasi richiamo alla persona, sia nei riconoscimenti che nei titoli dei capitoli.
Nell'incipit iniziale viene esplicitato "Questo film non narra la vita di un poeta in particolare. Gli autori del film si sforzano di riprodurre il mondo del poeta, i moti della sua anima, le passioni e le sofferenze attingendo ampiamente alla poesia armena medievale, ai suoi colori, ai suoi simboli e alle sue metafore."
A caratterizzarne lo stile e a renderlo unico nel suo genere sono le riprese statiche, fisse, che rimangono ad osservare in maniera severa quelle ambientazioni surreali e oniriche, scosse ritmicamente dalle azioni dei personaggi della storia. Questi si muovono cautamente all'interno della ripresa come se si trovassero all'interno di un quadro, come se fossero dei tableaux vivants (dal francese "quadro vivente", tipo di rappresentazione artistica in cui un gruppo di attori si dispone sulla scena in modo da ricreare o evocare un quadro o un’immagine celebre).
È in questo scenario che a prendere tono è la voce del silenzio, dove dialoghi si assentano e sono i canti, i rumori e le musiche tradizionali armene a prendere il comando sul sonoro, a volte con suoni pure discordanti rispetto a quello che viene mostrato, lasciando trasparire un senso d'inquietudine ma al contempo di meraviglia.
Per chi fosse interessato alla visione di questo film, è visibile gratuitamente su RaiPlay e YouTube
Paola Pippia
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