Ripensando al Festival Orientamenti e ai suoi sogni

Riceviamo e pubblichiamo volentieri la riflessione di una studentessa di quinta della nostra scuola.

Ormai ogni anno a Genova ha luogo a novembre il Festival Orientamenti il quale sostiene fermamente che “nessun sogno è troppo lontano” e promette di aiutarci a raggiungere i nostri traguardi. La mia domanda però è la seguente: e se il traguardo non sapessi qual è?

Personalmente ho sempre avuto difficoltà a capire i miei sogni più che a realizzarli, non tanto a tirarli fuori dal cassetto ma proprio a trovarli nel caos dei vestiti. Coraggio, determinazione e passione non mi sono mai mancati: mi sono sempre dedicata al 100% ai miei obiettivi, ho sempre studiato ore pur di raggiungere il massimo dei voti nei test, ho sempre dato del mio meglio per coltivare amicizie e relazioni, ma davanti a scelte importanti ancora fatico a sognare.

Alcuni di noi nascono con fermissime aspirazioni: all’asilo gli viene chiesto chi vorrebbero essere da grandi, alle elementari gli domanderanno che professione desiderano fare, alle medie scriveranno un tema con la traccia “dove ti vedi tra 20 anni?”, risponderanno sempre con estrema facilità e alle superiori si iscriveranno a corsi e università senza neanche aprire un volantino. Altri, invece, passeranno anni a ripetere “non lo so, sto ancora valutando".


Veniamo educati fin da piccoli a mantenere freddamente sicurezza e determinazione sempre. al massimo. In casi come questi ci vengono presentati esempi di chi “ce l’ha fatta”, agli orientamenti troviamo decine di accademie e di università prestigiose pronte a portarci al successo e numerosi leader pluripremiati con influencer seguiti da milioni di persone ci presentano i loro titoli ed i loro risultati da un piedistallo d’oro attraverso una teca di vetro. Invece i “Dreamers” dovrebbero essere “quelli che sognano” non “quelli da sognare”.

È molto importante riconoscere che una singola idea, una serie di scelte azzeccate e un lungo cammino, seppur perseguiti con determinazione possono essere inconcludenti o addirittura essere lasciati inconclusi. Un sogno può non essere per forza realizzato ed essere comunque parte del nostro bagaglio. Un obiettivo non deve essere per forza realizzazione ma può essere anche solo una personale crescita.

Per me è giusta la scelta di presentare ai giovani la necessità di seguire un proprio sogno ma non un sogno come una necessità. Siamo giovani e in quanto tali non siamo solo passione e voglia di fare: siamo giovani e in quanto tali siamo anche dubbio, insicurezza e timore. 

L’importanza di "cavalcare l’onda” dei cambiamenti, quindi, non si trova solo nel realizzare i propri sogni, ma anche nell’imparare a sognare.

Dharma Parodi

Commenti

  1. Grazie Dharma per la tua preziosa riflessione. Ci ricordi che è necessario abbandonare gli stereotipi con cui spesso si guarda e si giudica una generazione piena di risorse, che spesso si sente lasciata ai margini...Imparare a sognare, imparare ad ascoltarVi. Fabio Tiraboschi

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