Davanti al foglio bianco: il gesto è movimento

Il foglio bianco, una distesa dal colore candido ed innocente, una nebbia che si dilunga in una superficie chiusa ma che sprofonda in un abisso.

Una pianura innevata dove cadere a capofitto e viaggiare, dove ogni nostro passo e decisivo per la creazione di una forma, di una linea.  

Un'infinità di possibilità dove ogni particolare ne cambia l'aspetto, un mondo ancora informe a portata di realizzazione e definizione, dove sei tu a dargli il nome.

Delle volte risulta complicato... come mi muovo in uno spazio così vuoto, tanto da risultare privo di appoggi alla quale aggrapparsi; dove la libertà di scelta è così vasta ci si sente come bloccati? Chi mi assicura che la strada che scelgo sia anche la migliore?
Un errore comune che vedo spesso sia negli altri che in me è quello di aspettarsi che dal nulla nasca qualcosa, ti aspetteresti mai che dalla terra cresca un fiore senza aver mai piantato un seme? Ovviamente no, e oltre a ciò il terreno bisogna pure trattarlo. avere un'idea chiara di quel che si vuole, che fiore vuoi, che terreno servirà, quante volte dovrai annaffiarlo, ha bisogno di tanta luce? E tanti altri dubbi che possono venire a seguito.

È più che giusto delle volte affrontare il problema improvvisando, ma le basi nella realtà dei fatti ci sono sempre e persistono dentro di noi, raramente ci si ritrova a rappresentare un soggetto scomodo per quelle che sono le nostre o ad esprimere un concetto prima mai affrontato così di primo impatto.

Quello che c'è tra di noi ed il foglio è un dialogo d'amore, una discussione continua che può essere ripresa all'infinito delle nostre possibilità, un parlare ed esprimersi con se stessi, con il riflesso di sé. disegnare è scrivere e scrivere è pensare. usare la mano è come pensare ad alta voce, ogni nostro gesto dice più di quel che crediamo.

L'uomo è una creatura che comunica, che si mette in relazione col mondo e che tramite le sue reazioni si manifesta nella sua realtà, ma questo si rivede non solo nell'uomo ma anche in tutti gli esseri viventi e non, la sola coesistenza di tutti questi elementi in un unico spazio ci condiziona alla comunicazione. Il muschio per esempio crescendo nelle zone più ombreggiate ci indica il nord, il nostro corpo tramite il dolore ci manifesta un problema nel nostro corpo. il tutto sta nel decidere cosa si vuole dire, e ciò non deve essere per forza indirizzato ad un qualcuno di esterno ma anche a noi stessi, come un diario o un'agenda. 

Ma cosa posso fare io persona che voglio innamorarmi e parlare con quello che, alla fine, è il mio mezzo di comunicazione? Ritengo sbagliato smorzare quello che in certi casi non è un buon rapporto, è inutile stringersi le meningi per cercare di aprir bocca quando le uniche sciocchezze che possono venir in mente in questa maniera sono "bello il tempo oggi" "oggi ti vedo meglio del solito".

Perché invece non partire da un argomento, da un principio su cui poi costruire le fondamenta e progettare quello che poi potrebbe diventare anche più grande del foglio stesso. da qualcosa di semplice ma che allo stesso tempo possa portare a più possibilità, si può analizzare un avvenimento, un testo, una parola, una lettera, una linea e persino lo stesso punto.

Il punto, un simbolo così minimale e di dimensioni così limitate ma che racchiude tantissimi significati in base al contesto in cui viene posto e che anzi può variare ulteriormente con delle lievi aggiunte.

Nella scrittura il punto può essere quello posizionato al di sopra delle i, o può essere quello che si mette alla fine di una frase. Può variare ed essere accompagnato a ulteriori punti o linee, queste stesse anzi sono composte da più punti e questo dimostra solo come anche le semplici cose possano evolvere.

Può esprimere una condizione "essere ad un punto fermo" o un'azione "fare il punto della questione" e quindi specificare un dettaglio "un punto cieco", "punto di vista"; se poi si cambia ambito può diventare il punteggio che viene contato nei giochi e nello sport, ovvero una valutazione.

Anche le piccole cose possono acquisire importanza e crescere; non esiste nulla che valga meno o più di qualcos'altro. Ogni singolo elemento è sempre parte di un tutto, non si parla mai dell'unità in sé, ma del complesso; e in un mondo in cui ogni parte si sostiene e interagisce continuamente con le altre, tutto è connesso in un equilibrio reciproco.

Nella stessa grammatura della carta, si intravedono le prime tracce, le ombre di figure che nella nostra mente continuano a aggirarsi come spiriti affamati, alla ricerca di un corpo o di uno spazio in cui poter prendere forma.

“E questo è: se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie o pietre di vari misti, se avrai a inventionare qualche sito, potrai lì vedere similitudini di diversi paesi, ornati di montagne, fiumi, sassi, albori, pianure, grandi valli e colli in diversi modi: ancora vi potrai vedere battaglie e atti pronti di figure, strane arie di volti e abiti e infinite cose, le quali potrai ridurre in integra e buona forma. E interviene in simili muri e misti, come del suono di campane, che ne’ loro tocchi vi troverai ogni nome e vocabolo che tu immaginerai"

Capitolo 63 del Trattato della pittura, Leonardo da Vinci

È così difficile intaccare quella che è una delle più pure forme di libertà, senza preoccupazioni, e riuscire a scegliere il metodo giusto per raggiungere l’obiettivo? Ovviamente sì, ma non possiamo nemmeno continuare a fissare il foglio vuoto con lo sguardo di un morto. Quel che manca è un adeguato allenamento nella pratica della progettazione, spesso sottovalutata e vista come un processo istantaneo e immediato; al fine di comprendere che nulla viene da sé ma è tutto un derivato di un processo logico, anche se non ce ne rendiamo conto. Capire come orientarsi non è facile, ma nemmeno impossibile: ci vuole costanza, coraggio e, in realtà, anche un po’ di timidezza, per procedere con cautela e non cadere col piede nella fossa. È questione di trovare il giusto equilibrio per andare avanti senza rischiare di far crollare tutto, e anche se accadesse è tutto recuperabile.

Io adesso non credo che questo testo possa risolvere la vita a nessuno e non credo nemmeno che sia la chiave di tutto: è un argomento vasto che può essere affrontato in moltissime maniere, l'una differente dall'altra, e quella che ho preannunciato è solo una piccola premessa di quello che potrebbe essere un discorso più ampio.

Paola Pippia

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